Aumenti 2025 Pensioni Italiane
È stata confermata la rivalutazione provvisoria dell’0,8%. Esclusi i pensionati italiani residenti all’estero, e nessun conguaglio a gennaio. Scopriamo insieme le novità.
Lo scorso 15 novembre, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato i valori di perequazione automatica delle pensioni, ovvero la rivalutazione degli assegni pensionistici a partire dal 1° gennaio 2025: il tasso di adeguamento provvisorio è pari allo 0,8%. Si parla di «provvisorio» perché il valore reale dovrà essere verificato ed eventualmente conguagliato alla fine dell’anno, in base ai dati relativi all’inflazione rilevati dall’Istat.
Alla fine di ogni anno, infatti, il Ministero compara i valori di perequazione annunciati in via previsionale alla fine dell’anno precedente con la variazione dell’indice del costo della vita dell’Istat, e stabilisce il tasso finale di perequazione in base al quale l’Inps, all’inizio dell’anno successivo, conguaglia gli importi delle pensioni pagate l’anno precedente. Per il 2024 il Ministero ha confermato al 5,4% l’indice di adeguamento all’inflazione applicato lo scorso anno. Pertanto i pensionati non troveranno nessun conguaglio nei cedolini dei primi mesi del 2025.
La maggioranza potrà però costatare una rivalutazione della propria pensione d’importo pari almeno allo 0,8%, una rivalutazione applicata a tutte le pensioni d’importo maggiore ma non superiore a quattro volte il trattamento minimo (ovvero gli importi compresi tra 598,62 euro e 2.394,44 euro). Per le pensioni d’importo superiore a quattro volte il trattamento minimo, il tasso di perequazione verrà applicato in misura completa al 100%, fino alla soglia di 2394,44 euro, scenderà poi al 90% per l’importo compreso tra 2395,45 euro e 2993,04 euro (ovvero cinque volte il trattamento minimo) e si applicherà al 75% a qualunque importo che eccederà il limite delle cinque volte il trattamento minimo.
Trattamenti minimi
Le pensioni d’importo pari o inferiore al trattamento minimo godranno, almeno sulla carta, di un aumento del 3%, ovvero di una rivalutazione supplementare straordinaria del 2,2% rispetto al tasso di perequazione automatica dello 0,8% stabilito dal Ministero per l’anno 2025. L’entità di questo aumento, tuttavia, non si riferisce agli importi corrisposti nel 2024, bensì al valore di riferimento della pensione minima.
Bisogna ricordarsi che nel 2024 queste pensioni avevano beneficiato di una rivalutazione straordinaria ma temporanea del 2,7%. L’importo del trattamento minimo corrisposto ai pensionati era quindi passato da 598,61 euro a 614,77 euro. La temporaneità di questa misura è volta al termine il 31 dicembre, ed è stata sostituita dalla nuova perequazione automatica provvisoria dello 0,8% a cui, come abbiamo visto, si aggiungerà una rivalutazione straordinaria del 2,2%.
Di conseguenza, l’aumento del 3% totale del 2025, andando ad assorbire la rivalutazione del 2,7% del 2024, inciderà poco sugli importi delle pensioni più basse. A titolo d’esempio, l’importo del trattamento minimo passerà infatti dai 614,77 euro del 2024 a 616,56 euro nel 2025.
Esclusione dei pensionati residenti all’estero
La legge di bilancio 2025 sancisce l’esclusione dei residenti all’estero dal riconoscimento dell’incremento della misura dei trattamenti pensionistici individuali d’importo superiore al trattamento minimo. In base a questa misura, dunque, almeno per quest’anno, ai residenti all’estero non verrà riconosciuto l’adeguamento delle proprie pensioni al caro vita, salvo che queste non siano d’importo pari od inferiore all’importo minimo. Le ragioni di questa mancata indicizzazione sarebbero da ricondurre alla necessità di contenere la spesa previdenziale. La relazione tecnica che accompagna il disegno di legge associa a questa misura un risparmio di 8,6 milioni di euro.
Articolo pubblicato sul numero di gennaio 2025 de IL CORRIERE DELL’ITALIANITA’